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Intervista al Dott. Petrosino - Registro Tumori Ispo-Firenze

Dopo la risposta dell’Ispo (Istituto di prevenzione oncologica) all’inchiesta sui tumori del dottor Vincenzo Petrosino (nella foto) abbiamo la replica del medico campano che punta l’accento sulla metodologia usata per la sua inchiesta e sugli obbiettivi. «Il sistema ideato per la raccolta dei dati di esenzione per nove patologie negli ultimi nove anni (diabete, ipertiroidismo, ipotiroidismo, Parkinson, nati prematuri, tiroiditi di Hashimoto, Alzheimer e tumori ) utilizzando le esenzioni ticket non è un registro tumori».


Com’è stata organizzata la raccolta dati dottore?

«Ho cercato di stabilire un criterio unico di raccolta dati da trasmettere a tutte le Asl secondo uno schema preciso, al fine di raccogliere dati in formato informatico, divisi per sesso età e comune di residenza e in forma anonima, proprio per evitare il problema della privacy che affligge il registro tumori.

Ho sempre detto che il metodo, la velocità di esecuzione e il modo con il quale è stato condotto, usando un solo terminale al quale giungevano tutte le mail pec delle Asl, si è rivelato veloce e incredibilmente efficiente.

Ovviamente ogni Asl attraverso un proprio responsabile del procedimento, di solito un medico o un informatico o un epidemiologo, poteva relazionarsi con me, s’interagiva direttamente con ogni singola Asl e si è riuscito in tanti casi a ottenere molte informazioni accessorie sulle varie situazioni sanitarie, probabili criticità, sospetti di situazioni denunciate da medici del luogo, lavori clinici e segnalazioni di gruppi e altro. Ovviamente la quantità di informazioni ricevute e i singoli file, spesso seguiti anche da numerose copie cartacee, sono stati immediatamente catalogati, aperti alla ricezione e si controllava la giusta impostazione e trasmissione.

Ogni trasmissione dati è stata certificata non solo dalla pec ma da un documento di accompagnamento della Asl . Sono state registrate, poi, le problematiche esistente sui dati. Ad esempio alcune Asl hanno certificato solo alcuni anni in quanto in anni precedenti i dati provenivano da copie di supporti cartacei su quelli informatici».


Quindi è stato registrato un metodo rigido?

«Certo e su tutta Italia. Ovviamente è stato un esperimento che ha prodotto un certo numero di informazioni mai avute tutte insieme. Abbiamo analizzato random alcune città grandi o piccole, abbiamo controllato alcune situazioni che ci venivano segnalate specie Basilicata , Puglia Campania e Sicilia. Abbiamo anche cercato di valutare con questo sistema quanto alcune zone con criticità cambiate avessero potuto variare alcune condizioni rispetto alla salute.

Ovviamente tutto questo lavoro che andava ancora di più perfezionato integrato e messo a regime , aveva un suo scopo e progetto finale: quello di interpolare altri dati al fine di ottenere “un classico bottone per analisi immediata “del territorio, costruire un semaforo vede, giallo, rosso. Ovviamente il discorso è ancora più complesso perché l’ipotesi di progetto totale avrebbe poi coinvolto altre professionalità e tutto esula da questo contesto».

E sui dati Ispo ?


 «Io non ho nessun interesse professionale se non scientifico personale di ricerca, in qualità di ideatore del metodo devo dire che: i codici 048 vengono assegnati agli ammalati di tumore di tutta Italia dietro presentazione di idonea documentazione (cartella clinica certificati ospedalieri e della Asl) attestanti il tumore di cui si è affetti. Ogni paziente che riceve questo codice di esenzione non paga alcune prestazioni sanitarie specialistiche.

Per questo codice, come gia fatto dall’Asl di Massa Carrara , avevamo chiesto al ministro di trasformare il generico 048 in un altro codice icd con il quale si sarebbe potuto per ogni tumore, conoscere anche la sede. Questo per rendere il dato ancora più interessante.

 

I numerosi limiti metodologici indicati dall’Ispo sono stati in gran parte superati dalla metodologia usata per richiedere i dati. Abbiamo cercato di ottenere dati secondo uno schema ben preciso e descritto e illustrato in due documenti di oltre 100 pagine. Quindi nulla a che vedere con metodologie di anni fa. Conosciamo ovviamente, attraverso i dati Istat e quelli delle Asl, i dati della popolazione assistita e altre notizie. Infatti ci siamo spinti in alcune Regioni addirittura ad analizzare tutti i dati di esenzione per reddito, disoccupazione e invalidità. Su Napoli e Palermo conoscevamo il numero di ciechi, il numero degli invalidi, il numero degli invalidi con accompagnamento e tutta una serie di notizie che sarebbero servite per capire alcune situazioni nei vari territori. Ricordo, inoltre, che i codici 048 possono essere presi in considerazione nell’analisi del registro tumori.

Qui stiamo parlando molto spesso di regioni dove “Non sono presenti altri dati fruibili».Le studia anche altre patologie oltre ai tumori.

«Ho sempre detto che il sistema è complesso nella sua apparente semplicità. Abbiamo solo investigato e testato in questo modo e solo su particolari realtà segnalate la situazione confrontandola con altre città o paesi con numero di abitanti uguali e simile densità, città della stessa regione o regioni diverse, città che avevano qualche criticità ambientale come Taranto, Brescia, Napoli, Potenza rispetto ad altre del nord o del sud sempre di pari numero di abitanti e altro. Paesi piccoli che ritenevano di avere criticità.

Abbiamo puntato il dito spesso verso le patologie tiroidee che molto più di quelle neoplastiche sembrano essere spie dell’ambiente. Tenendo sempre ben presente che non parliamo solo di tumori ma di ben nove diverse malattie negli ultimi nove anni, nel caso di alcuni paesi della Toscana abbiamo solo elaborato i dati informatici numerici ottenuti e certificati dalla Asl in grafici che abbiamo al momento ritenuto di eseguire secondo una nostra interrogazione del data base. Abbiamo elaborato alcune diapositive nelle quali facciamo vedere la situazione maschi e femmina per diverse malattie come ad esempio la tiroidite di Hashimoto, abbiamo elaborato alcune diapositive per fare vedere a quali età venivano richieste queste esenzioni. Il tutto su Asl Firenze riferito nel periodo 2006-2013 in quanto Firenze non ha trasmesso i dati 2013-2015 come altre Asl in Italia».


I dati Ispo si fermano al 2008.

«I dati Ispo che riguardano “esclusivamente i tumori” come è giusto sia in quanto il registro tumori è stato ideato per dare informazioni scientifiche sui tumori in Italia, sono come in molte parti d’Italia un po’ indietro e nel caso di Firenze abbiamo dati 2000-2008.

Sempre tenendo presente i tumori è ovvio e palese che mai possiamo fare un confronto tra dati 2000-2008 e dati nostri 2006-20013. Un po’ come confrontare le pere con le mele. Stabilito questo punto fondamentale, è ovvio che quando saranno disponibili dati allineati sarà anche possibile controllare la differenza reale numerica esistente tra i due sistemi e la percentuale di errore statistico ottenuto, ma sottolineo che sono due sistemi nati per diverse intenzioni e che potrebbero anche incontrarsi. Al momento è solo una macchina prototipo che ritengo abbastanza interessante anche per futuri miglioramenti.

 

Tra l’altro se il registro tumori è una cosa perfetta e scientifica, non capisco come sia possibile affermare, come leggo nell’articolo: “Il registro tumori sta cercando di recuperare il ritardo e a breve sarà disponibile il biennio 2009-10 per l’area Firenze...” “Anche se non sembra siano intervenuti in questi anni cambiamenti ambientali tali da modificare in senso peggiorativo il contesto di esposizione ed i conseguenti effetti sulla salute della popolazione residente...” In effetti si pensa che gli anni ancora da controllare siano allineati a questi.

Da ricercatore credo che i concetti precostituiti non debbano esistere. Purtroppo in un territorio, per l’intervento di diversi eventi, possono modificarsi le situazioni e io ho già sottoposto 75 volontari ammalati e residenti in aree a rischio di due Regioni ad analisi particolari.

Pertanto rifiuto anche la frase che ho letto: “E’ scarsamente documentato il rapporto con fattori inquinanti ambientali “presumo e sono contento che chi scrive queste cose abbia dosato negli umani ammalati e residenti sani alcune sostanze incriminate e sia in grado di darci i risultati scientifici”».


E il confronto con la Terra dei fuochi?

«Per quanto riguarda la dolente “terra dei fuochi “di cui tanto si parla noi abbiamo solo e dico solo confrontato due paesi campani e toscani con abitanti simili, purtroppo i dati ci hanno restituito un numero maggiore di richieste per gli 048 nei paesi Toscani. Non abbiamo eseguito analisi complesse o fatto altro. Abbiamo però avuto grazie ai dati Ispo la possibilità di rilevare, ovviamente limitatamente ai soli tumori di cui si occupa il registro e non delle altre malattie di cui Ispo ovviamente non deve tenere conto, che i tumori descritti dal registro nei vari paesi “sono in numero maggiore , come era ampiamente previsto” rispetto ai nostri. Cioè sommando i nostri otto anni rispetto ai nove del registro “pur essendo anni diversi” troviamo un numero di tumori più basso con il nostro sistema e questo era appunto ampiamente previsto e conosciuto.

Qui si tratta della salute della gente e non di una gara a chi è più preciso e bravo. Ritengo che considerando l’istituto dei registri e la loro istituzione ormai da decenni, in generale perché di registri esistono anche quelli di malformazioni e altro, bisognerebbe fare funzionare questa perfetta scienza validata, secondo criteri standardizzati e confrontabili a livello internazionale...come dice Ispo un poco più velocemente utilizzando dati disponibili in modo più veloce. Un invito, che poi è anche un poco l’essenza del metodo da me ideato, nel bene o nel male nel giusto o ingiusto, a conoscere cose almeno riferite all’anno precedente. Scherzosamente come ho detto in alcune interviste “cerchiamo di sapere come stiamo morendo non come siamo morti “.

Spesso se una strada non si vede si deve “disegnare” se un orizzonte non si vede …bisogna immaginarlo , spesso ancora pensare in modo diverso e guardare oltre la curva può essere una grossa opportunità di crescita per tutti».

Autore:pdb

Pubblicato il: 29 Luglio 2016

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http://www.inbisenziosette.it/notizie/sanita-salute/campi-bisenzio-l-oncologo-difficile-fare-un-confronto-la-replica-il-dottor-vincenzo-petrosino-commenta-i-dati-dell-ispo-istituto-prevenzione-oncologica-4499931.html#.V5vH2Jjwy7c.facebook

30/07/2016

Registro Tumori

 

Salerno. Registro tumori, un ritardo infinito e l'alternativa salva-territorio | L'intervista a Vincenzo Petrosino 
28 Maggio 2016 Author :  Luigi Ciamburro

 Il Registro Tumori è un servizio adibito alla raccolta, l’archiviazione, l’analisi e l’interpretazione dei dati sui malati di tumore in una determinata provincia, utile per sorvegliare l’andamento della patologia oncologica e tentare di trovare le cause scatenanti, la valutazione dei trattamenti più idonei e per programmare al meglio le spese sanitarie.  Come riportato dall’Associazione Italiana Registri Tumori attualmente esistono 43 registri che focalizzano l’attenzione sul 47% della popolazione italiana, ma in gran parte l’ultimo aggiornamento risale a qualche anno fa.

In Italia, come in molti altri Paesi del Sud Europa, i Registri tumori sono nati grazie all’iniziativa volontaristica di singoli medici o ricercatori e solo negli ultimi anni hanno ricevuto incentivazione da soggetti pubblici come le Regioni o il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) al fine di cercare di coprire l’intero territorio nazionale, ma i lavori procedono molto, troppo a rilento e quasi restano fossilizzati.

Il registro tumori di Salerno è stato istituito nel 1997 e vuole catalogare 158 comuni per un totale di 1.107.000 abitanti, ma l’ultimo aggiornamento risale al 2009, ben sette anni fa.

Dati che si rivelano quasi inutili per un qualsiasi oncologo o ricercatore che vorrebbe studiare più da vicino questa epidemia del XXI secolo che sta assumendo proporzioni allarmanti e irrefrenabili, sebbene sia aumentata l’aspettativa di vita di coloro che vengono colpiti da una malattia neoplastica.

Ma quello che dovrebbe essere l’abc per il monitoraggio e l’analisi del cancro si sta rivelando un progetto abortito sul nascere, mai decollato in maniera esauriente dal punto di vista scientifico, l’ennesimo bluff della Sanità nazionale in generale e regionale in particolare, anche se il governato Vincenzo De Luca ha promesso di recente: “Contiamo di dare una struttura unitaria sul piano regionale del registro tumori. Vogliamo recuperare anche qui ritardi gravi…”.

“In Italia il registro tumori funziona a macchia di leopardo e copre poco più della metà della popolazione – ci spiega il chirurgo oncologo e ricercatore salernitano Vincenzo Petrosino -. I registri tumori hanno una loro architettura, sono soldi che noi stiamo dando per sapere come stiamo morendo, ma siamo arretrati di cinque o sei anni mediamente. Abbiamo tanti registri ma non ne funziona uno a regime…

Non è quasi mai aggiornato all’anno in corso o all’anno precedente, sempre ad anni fa, e così non serve a nulla o serve a poco”. Del resto questa “raccolta dati” non è mai la perfezione assoluta, anche perché “quando si fanno le schede di morte, ad esempio, o anche le cartelle cliniche esiste un margine di errore e magari la causa del decesso viene classificata come conseguenza della malattia, ad esempio un infarto.

Sarebbe auspicabile in campo nazionale avere “ un bottone“ che premuto ci dia situazioni epidemiologiche non solo dei tumori e paese per paese, comune per comune, città per città. Oggi con le tante criticità e problemi sarebbe addirittura auspicabile una epidemiologia di quartiere. Credo che bisogna lavorare in questa direzione, la salute è una emergenza come può esserlo la giustizia. Se noi vogliamo sapere quanti detenuti abbiamo oggi in carcere non credo che abbiamo il 50 % dei dati o diamo numeri a caso”.

Inutile ribadire che il Registro tumori di Salerno si allinea agli altri in quanto a ritardi e rallentamenti burocratici, in attesa delle prossime mosse della Regione Campania: “Il registro tumori a Salerno non funziona perché è stato fatto un passaggio da provincia ad Asl, in seguito pare sia spento. Io non sono riuscito a conoscere quale sia la spesa totale per mantenere questo registro tumori in Italia, ma lo vedo frazionato, dispersivo forse dovrebbe velocizzarsi, acquisire tutte le nuove tecnologie di trasmissione dati , non essere un carrozzone troppo pesante. Esiste anche un registro malattie rare ma solo in qualche regione e da poco tempo pare stia andando avanti a Salerno e con metodologia informatica”.

Un sistema alternativo e parallelo al Registro Tumori

A questo punto il dottor Vincenzo Petrosino ha ideato un sistema semplice, veloce ed economico per allestire una banca dati dei malati, che ha creato un certo scalpore perché “costa poche migliaia di euro, al contrario del sistema dei registri tumori che costa milioni e milioni di euro”. In cosa consiste la sua idea? “Ho fatto richiesta a tutte le asl d’Italia, grazie alla possibilità offertami dal senato della Repubblica, di inviarmi le esenzioni rilasciate negli ultimi 6 anni per 9 diverse patologie compreso l’esenzione 048 che è la famosa esenzione del ticket dei malati di tumore”.


“Non è un metodo che mi dà il 100%, ma è un bottone che premo e so ad esempio che a Palermo nel 2015 un certo numero di persone in quell’anno hanno richiesto quel beneficio presentando ovviamente alla Asl di appartenenza documentazione certa. Se sei povero o sei morto l’esenzione non la chiedi, quindi è un dato in difetto, ma è un dato amministrativo certo. Un sistema per avere una spia verde e rossa. Non mi interessa sapere se sono 100 o 180, ma serve il dato statistico in tutta Italia. Se io vedo che a Palermo ce ne sono 80 e in una città similare 280 allora è evidente che c’è un problema e che devo andare a vedere. E’ un dato che si può avere subito. Inoltre senza soffermarmi sul sistema utilizzato in Italia per ottenere i dati , sottolineo che tutti i dati sono stati richiesti con gli stessi rigidi criteri, trasmessi in formato elettronico e certificati dal direttore Generale dell’Asl o da altro dirigente responsabile”.

 

Ma il metodo del chirurgo salernitano va ancora più a fondo: “Avevo anche proposto al ministro della Salute di sostituire i codici 048 con i relativi icd9 in modo da conosce il tipo di tumore per il quale viene richiesta l’esenzione. Un sistema che ho scoperto già in uso all’Asl di Massa Carrara. In questo modo non avremo un generico numero 048 per tutti i tumori ma un codice internazionale che ci dice il tipo di tumore e la sede. Inoltre nel 2014 richiedemmo anche altri tipi di esenzione, ad esempio quelle per invalidità, per ciechi parziali e totali, per disoccupazione ecc, E’ intuitivo capire cosa poi si possa dedurre da un insieme di dati simili. Studiare i singoli comuni o città o Regioni e confrontare anche la percentuale di esenti per reddito, le condizioni economiche. E’ ovvio che questi dati possono servire anche per confrontare realtà diverse oppure paesi con numero di abitanti confrontabili, oppure utilizzare questi dati in base alle proprie domande”.


La sua intenzione non è di sostituirsi al Registro dei tumori, può essere questo un sistema diverso o un sistema che può essere associato ad altri, “anche perché in zone dove non abbiamo registri (50% della popolazione italiana, ndr) qualcosa dobbiamo pure utilizzare, e utilizzare dati esistenti e certificati riduce anche gli errori. Spesso sento parlare di sistemi del genere affidati magari agli studi medici, ma le variabili e la non centralità dei dati porterebbero ad ulteriore confusione. Ricordo però che in realtà ogni sistema può essere buono e migliorare o aiutare l’altro”.

Il metodo alternativo del dott. Vincenzo Petrosino in un primo momento ha messo in allarme l’Airtum… “ma credo che pochi conoscono il sistema messo in atto, all’epoca in qualche posto d’italia si usava un sistema del genere ma basato su dati cartacei. Qui invece non solo parliamo di 9 diverse patologie, ma di dati per ogni singolo abitante che richiede l’esenzione in quel comune , diviso per sesso ed età alla richiesta. Con tre persone un computer e una posta pec siamo riusciti ad organizzare questo database alternativo in buona parte dell’ Italia. Ripeto che non voglio assolutamente sostituirmi al registro dei tumori”.

Ma nell’attesa a tempo indeterminato che il sistema sanitario colmi le sue eterne lacune quella del dottor Vincenzo Petrosino resta certamente e comunque una valida alternativa da tenere presente.

“E’ anche da chiarire che il sistema messo in atto è stato sperimentato in varie Regioni, abbiamo avuto l’opportunità di controllare e migliorare alcune cose, la stessa Asl di Potenza due anni fa, seguendo il nostro criterio ha elaborato un proprio studio. La metodica è interessante e sarebbe una ottima alternativa per monitorare alcuni parametri della nostra sanità su tutto il territorio Italiano”.

 

 

http://www.puntoagronews.it/in-evidenza/item/42984-salerno-registro-tumori,-un-ritardo-infinito-e-l-alternativa-salva-territorio-l-intervista.html

09/07/2016

Criticità Ambientali

Roma: criticità ambientale, danni oncologici aree a rischio Campania e Basilicata  

Il 27 Maggio si è svolto a Roma il 103° congresso internazionale Sio presso l’Hotel Sheraton Parco dei Medici presieduto dal Prof Roberto Filipo.

In questa occasione abbiamo presentato per la prima volta la prima parte del lavoro sperimentale da me ideato e diretto, sulla presenza dei metalli pesanti e policlorobifenili nel sangue e nei capelli di pazienti ammalati di alcune particolari patologie e residenti da diversi anni nelle aree con criticità ambientali, aree cosiddette a rischio della Campania e Basilicata.

Abbiamo sottoposto 80 volontari provenienti dalla terra dei fuochi, da Napoli, Caserta, Cava dei Tirreni, Salerno e Basilicata con patologie oncologiche in diversi distretti, o tiroiditi o malattie  neurodegenerative e  malformazioni alla nascita all’esame del sangue capillare per il dosaggio di 14 metalli pesanti e 12  policlorobifenili più cancerogeni.

Abbiamo inoltre, al fine di valutare alcuni aspetti e anche l’opportunità e validità di alcune analisi, dosato i metalli pesanti nel capello di tutti i pazienti.  I volontari Campani sono stati reclutati nel 2014 dopo una attenta selezione del tipo di patologia e ovviamente della presenza di documentazione clinica adeguata e completa.

Questi si sono recati presso la facoltà di farmacia della Università di Napoli dove sono stati sottoposti al prelievo dei campioni biologici dopo avere firmato un consenso informato nel quale si autorizzava, solo per questa ricerca, il dottore Vincenzo Petrosino direttore del progetto. In questa sede è stata anche trattenuta copia del documento di riconoscimento e ovviamente autorizzazione dei genitori se minore di età.

E’ stato inoltre compilato un questionario anamnestico nel quale sono stati acquisiti alcuni dati relativi alla residenza e alla permanenza in aree a rischio, al tipo di cure e abitudini esami diagnostici ricevuti, chemioterapie e radioterapie, uso di farmaci e integratori. Alcuni pazienti sono stati concessi, seguendo lo stesso iter, dalla Clinica Otorinolaigoiatrica della facoltà di Medicina e Chirurgia Della Università di Napoli.

La prima parte del lavoro presentato alla Sio è in realtà proprio lo studio dei pazienti con tumori testa collo.

Abbiamo estrapolato da tutto lo studio solo i tumori di questo distretto, che tranne per quelli tiroidei non erano molto presenti in letteratura mondiale. Abbiamo tenuto conto della istologia del tumore e messo in relazione con i tipi di sostanze inquinanti ritrovate, abbiamo verificato la provenienza e descritto in quali comuni si rilevavano le concentrazioni più alte.  Ovviamente si è proceduto al confronto con un campione di volontari in ABS, cioè non malati. Perché abbiamo dosato i metalli pesanti e i policlorobifenili.

Abbiamo fatto questo perché essi derivano da processi di combustione, dallo smaltimento doloso e colposo di molti materiali, dagli inceneritori, dall’uso di sostanze chimiche. Troviamo queste sostanze nei luoghi inquinati, nelle acque, nell’atmosfera nel suolo e negli animali e pesci. Le considerazioni che ne derivano sono numerose e anche di difficile comprensione per tutti, aprendo un interessante e complesso scenario scientifico. Molte di queste sostanze si bioaccumulano nel nostro organismo e hanno certamente un ruolo nell’oncogenesi e nella alterazione del nostro codice genetico.

I nostri studi confermano alcune osservazioni fatte in campo scientifico mondiale al quale abbiamo fatto sempre riferimento e ne aggiungono altre interessanti che saranno trattate molto più dettagliatamente nella seconda parte già annunciata nel primo studio. Ringrazio ovviamente tutti i volontari e una menzione particolare alle due persone decedute le quali donandosi alla ricerca hanno lasciato dei dati interessanti e per loro bisogna andare avanti. Ringrazio ovviamente i 54 donatori che hanno contribuito con la loro offerta volontaria, sia attraverso  internet che alle varie manifestazioni di beneficenza, ad eseguire queste analisi dal costo di 200 euro. Ringrazio ovviamente anche il dipartimento di Farmacia che ha effettuato gratis e per la scienza e la conoscenza oltre 20 analisi.

          Dott. Vincenzo Petrosino

Medico chirurgo- specialista in Chirurgia Oncologica

 

 

http://www.dentrosalerno.it/web/2016/06/08/roma-criticita-ambientale-danni-oncologici-aree-a-rischio-campania-e-basilicata/

 

09/07/2016

Potenza convegno 1° parte " Analisi su volontari "

03/07/2016

Analisi metalli pesanti e Pcb . Studio sperimentale Campano

Analisi metalli pesanti e Pcb . Studio sperimentale Campano " Università di  Napoli medicina e chir. - Università di Farmacia Napoli
03/07/2016