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Salerno: Fratte, Fonderie Pisano, analisi metalli pesanti e Pcb effettuati .

Si sente spesso parlare di inquinamento ambientale e patologie. Oggi non si può parlare di prevenzione se non si tiene conto dell’ambiente in cui viviamo. Più l’ambiente in cui viviamo è inquinato più siamo soggetti ad assorbire attraverso varie vie alcune sostanze. Sostengo da molti anni che “ il progresso  “ non può avere un prezzo. Se il prezzo del progresso fosse un solo ammalato di cancro o un solo bambino malformato o una sola patolologia tiroidea o infertilità , questo non è mai accettabile.

Bisognerebbe sempre applicare il sano e giusto principio della precauzione ed evitare non solo di costruire nuove criticità ambientali, ma mettere in sicurezza e ridurre tutte le emissioni in atmosfera di quelle esistenti, evitare ogni smaltimento doloso e colposo.

Nel 2014 balzò alla ribalta il problema delle fonderie Pisano a Salerno, una piccola criticità ambientale rispetto a tante grandi criticità Italiane di cui mi stavo occupando,che comunque insisteva su un territorio abbastanza antropizzato e che grazie anche all’azione dei venti portava con ogni probabilità inquinanti anche molto lontani dai camini di fuoriuscita.

In quegli anni stavo effettuando analisi su due matrici biologiche, sangue e capello , sugli abitanti del Napoletano che abitavano nei pressi di criticità ambientali ( terra dei fuochi, Acerra inceneritore, sversamenti dolosi e colposi ) . Lo studio da me ideato e da molti in seguito plagiato , si proponeva di studiare negli ammalati di alcune patologie cosa ci fosse nel sangue e nel capello, confrontare i risultati con un campione di pazienti sani  .

Non più quindi uno studio sull’ambiente ma proprio sulle persone e in particolare sugli ammalati e questo sembrava per me la cosa più logica da fare, da molti osteggiata. In particolare decisi di analizzare 14  metalli pesanti e 12 policlorobifenili. Queste analisi furono effettuate con rigido protocollo scientifico , presso il dipartimento di Farmacia della Università di Napoli. In tale  periodo analizzammo anche il sangue di pazienti affetti da cancro del distretto testa collo in collaborazione con alcuni colleghi della Sun di Napoli dipartimento  di Otorinolaringoiatria. Ovviamente decisi di analizzare anche possibili volontari affetti da patologie neoplastiche e che vivevano in prossimità delle fonderie Pisano.

Ero indubbiamente curioso scientificamente  di capire cosa ci potesse essere nel sangue e nei capelli anche di tali ammalati e confrontarli con altri del Napoletano. Quando si decide di fare una cosa che è abbastanza nuova e fuori dal comune si hanno sempre pareri contrastanti e discordi, lo stesso dirigente dell’ASL e altri nomi noti della scienza  da me interpellati per fare un lavoro insieme non diedero molto peso alla cosa e neppure riuscii ad ottenere i 20 volontari dai vari comitati che si interessavano al problema, ne tantomeno dalle varie istituzioni ( tutte rese edotte della iniziativa con Pec ) .

Lo stesso quotidiano la Città di Salerno pubblicò a piena pagina l’iniziativa. Rispose alla chiamata una sola volontaria D.R di anni  59 la quale abitava da oltre 10 anni a Fratte ed era affetta da una gravissima forma di cancro all’esofago e stomaco a cellule con castone  inoperabile. La volontaria della quale ho tutti i consensi informati e documenti clinici  e personali di identificazione morì pochi mesi dopo la donazione del suo sangue e capelli per questa ricerca.

La Volontaria mi pregò di capire se qualcosa avesse creato questa devastante malattia. Purtroppo i risultati giunsero dopo il suo decesso e non avevamo ancora analizzato tutti i complessi dati dei circa 100 volontari che avevamo a disposizione . In quel periodo inoltre ci fu anche una inspiegabile fuga dei risultati delle analisi effettuate dalla Università di Farmacia di Napoli ( regolarmente denunciata )

Questi dati proprio per la tipicità e particolarità furono anche ripresi in parte e pubblicati il 29 Marzo 2015 dal quotidiano la Città , ma sembrò che nessuno volesse dare importanza e seguito  a questa cosa.

Qualche giorno fa leggo sul quotidiano la città che presso la Regione Campania in una riunione avvenuta , presente il Dott. Limone del progetto Spes , che ben conosce questa storia, avrebbero confermato la presenza di metalli negli abitanti di Fratte analizzati raccogliendo anche onori e consensi. Si parla di grande successo e di stop alle fonderie.

Sottolineo invece che purtroppo l’unico caso osservato di cancro devastante era già del 2014 e riporta valori abbastanza significativi e che dovevano  davvero fare meditare. Non conosco e ne desidero conoscere  i  motivi per i quali si è perso tanto tempo prima di effettuare queste indagini sulla popolazione, ovviamente il dott. Limone e tutti i componenti di Spes sono stati ampiamente informati da anni  che sia lo studio da loro messo in piedi ( in parte ) che l’idea era purtroppo stata solo “ un vero plagio scientifico “ da parte di persone che conoscevano bene ciò che avevo fatto e stavo facendo.

Ma comunque le buone idee come dico sempre possono anche essere copiate , anzi vengono copiate le idee buone, solo i cervelli purtroppo non possono essere copiati e questo è spesso un problema per chi copia.

Infatti noi abbiamo già ampiamente descritto e pubblicato nel 2016  , metodologie compreso, ciò che abbiamo trovato negli ammalati di cancro del distretto testa collo.   Non polemica ma descrizione dei fatti, inoltre se così fosse, si sono persi ben tre anni prima di accendere una lampadina rossa che lo scrivente insieme ad altri collaboratori aveva già ben acceso tra polemiche e storielle fantastiche varie.

Pubblico qui l’originale delle analisi che l’università di Napoli ha riscontrato nella volontaria di Fratte. E’ evidente che esistono valori di Allumini, Antimonio,Arsenico, Cadmio, Cromo,Mercurio,Nichel, Piombo, Stronzio e Zinco nonchè alcuni pcb altamente cancerogeni.

Queste analisi devono fare molto  riflettere e devono rappresentare un motivo per andare oltre e capire. Alcune delle sostanze ritrovate nel sangue della residente a Fratte da oltre 10 anni sono addirittura compatibili con il tipo di cancro trovato questo in medicina può essere tutto o nulla, può essere un caso o una fortuna, ma la scienza ci insegna che la fortuna è un ingrediente importante per qualsiasi scoperta scientifica. La stessa  Isde di cui faccio parte da anni sembra non avere recepito i messaggi, continuando con analisi sul territorio e mai sugli umani  , per poi aderire a ‘’spes “ inspiegabilmente.

Spesso anche un solo caso può e deve accendere la spia rossa, spesso se la strada non la vedi la devi disegnare e bisogna sempre guardare oltre l’orizzonte e sempre immaginarlo se non lo vedi .

                                                                                         Vincenzo Petrosino

                                                                                           Oncologo Chirurgo

04/02/2018

Ampliamento aeroporto Fiumicino, rischi per la Salute e l'Ambiente

Ampliamento aeroporto Fiumicino: rischi per la salute e l’ambiente (Ambiente Bio -Terni-) Di Gino Favola -  31 ottobre 2017   -  5765  

 Ampliamento aeroporto Fiumicino: entro il 2030 previsto il quasi raddoppio del traffico passeggeri. Quali conseguenze per la salute dei residenti? L’analisi

***Ringraziamo la preziosa collaborazione del Dott. Vincenzo Petrosino per la stesura di questo articolo***

 

Spesso sottovalutato, l’inquinamento acustico e ambientale provocato da un aeroporto ha in realtà importanti effetti sulla salute umana. A causa soprattutto delle emissioni inquinanti degli aeroplani. Questo non sembra preoccupare gli enti di gestione italiani, che prevedono per il 2030 un importante ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino, “Leonardo da Vinci”.

Sui piani di espansione di questo e altri scali italiani, è intervenuto il dottor Vincenzo Petrosino, Medico Chirurgo specialista in Chirurgia Oncologica, attraverso una serie di osservazioni al procedimento di Valutazione di impatto ambientale in corso presso il Ministero e sui possibili rischi per la salute e l’ambiente.

Ecco alcune delle sue conclusioni più importanti.

Ampliamento aeroporto Fiumicino: i piani Enac

Vediamo innanzitutto quali sono i piani dell’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) per l’aeroporto di Fiumicino a breve e lungo periodo. Già nel biennio 2015-2016, l’Ente ha investito nello scalo rispettivamente 323 e 426 milioni di euro, con diversi interventi. Il più significativo, sinora, è stata la creazione della nuova area d’imbarco E, inaugurata a dicembre 2016. Un’infrastruttura da 90mila metri quadrati (“senza consumo di suolo aggiuntivo”sostiene il Sole 24 Ore).

Un intervento che consentirà di ospitare 6 milioni di passeggeri in più, ogni anno, secondo le previsioni. L’espansione proseguirà in una prima fase nel periodo 2017-2021. Con investimenti pari a 1,75 miliardi di euro, sarà realizzato un edificio da 35mila metri quadrati: sarà la nuova area di imbarco A, con l’avancorpo del Terminal 1. “Progettato in ottica green”, dice ancora il Sole, ospiterà 4 milioni di passeggeri in più. Un altro importante restyling è previsto per il Terminal 5, da ristrutturare completamente.

Ma il piano più ambizioso è il Masterplan 2030, che prevede due fasi:

  • Realizzazione di una nuova pista di volo (la numero 4), in concomitanza con l’espansione Est dei pizzali aeromobili;
  • Creazione di nuove infrastrutture di volo, nuovo sistema per i terminal e un nuovo sistema di mobilità interna ed esterna.

Secondo le stime del Piano Nazionale Aeroporti il nuovo progetto potrebbe portare a Fiumicino fino a 72 milioni di passeggeri entro il 2030, dai 41,7 effettivamente transitati nel 2016. L’ampliamento definitivointeresserebbe una superficie di 543 ettari, di cui circa il 75% in Riserva naturale.

Ampliamento aeroporto Fiumicino: i numeri non tornano

Perché questo ampliamento potrebbe rappresentare un problema? Lo spiga il dottor Petrosino. Innanzitutto i numeri: nello stesso Piano Nazionale citato, a titolo di esempio, si dà il caso dell’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi. Qui il Piano prevede un traffico aereo, al 2030, tra 1,3 (stima minima) e 1,8 milioni (stima massima) di passeggeri. Eppure, nel Master Plan in corso di Via al 2026 le stime sono di molto inferiori: qui sono infatti previsti circa 529mila passeggeri. Se dovessero essere confermati i primi numeri, nel giro di 4 anni si assisterebbe a un aumento del 300%.

Un balletto di numeri che andrebbe rivisto”, conclude Petrosino. Anche perché, un’espansione minore potrebbe non giustificare gli ampliamenti previsti negli scali.

Ampliamento aeroporto Fiumicino: particolato e interferenti endocrini

La preoccupazione del medico, però, si concentra principalmente sulle emissioni inquinanti che un aeroporto – già importante come il “Leonardo da Vinci” – ha e potrebbe avere dopo l’ampliamento.

Secondo Petrosino, Enac avrebbe realizzato per il Masterplan “una comparazione con un altro municipio, presumendo che – dal momento che i dati sono simili – allora non vi è azione dell’aeroporto su quella zona”.

Ma questo non basta, secondo l’oncologo:

«Sarebbe opportuno non solo analizzare i dati in modo più ampio, confrontandoli con altre realtà e “mappando” le situazioni inquinanti delle zone che si confrontano, ma tenere conto dei dati del registro tumori aggiornato almeno al 2016. Insomma, specialmente per un aeroporto internazionale, dovrebbero essere svolte indagini molto più particolari».

Petrosino si sofferma su 3 aspetti che ritiene poco considerati:

  • I limiti di legge: per le sostanze immesse in atmosfera esistono dei limiti massimi per legge, ma ciò non vuol dire che siano completamente sicuri al di sotto di tale soglia. Anche perché non esistono soglie di legge per i polinquinanti; il problema infatti potrebbero essere proprio le miscele combinate dei vari inquinanti e le azioni combinate spesso ancora sconosciute.
  • Il bioaccumulo: lavorare in un aeroporto o viverci accanto ha un impatto molto diverso rispetto al semplice transito, perché le sostanze nocive potrebbero negli anni accumularsi nell’organismo e sul territorio ;
  • Gli interferenti endocrini e i famigerati Pcb: per questo tipo di sostanze, spesso, non esistono limiti di legge. Eppure, esse “possono agire nell’ordine dei milionesimi di grammo”.

Le sostanze citate, spiega Petrosino, potrebbero essere già in azione attraverso una “pandemia silenziosa”:

«Oggi già vediamo qualche effetto come l’aumento delle allergie, dell’endometriosi, la diminuzione della fertilità maschile . […] Alcuni inquinanti presenti – prosegue il medico – oltre ad azione locale nell’albero respiratorio, a seconda della loro grandezza, possono giungere nel sangue e andare ben oltre. Alcuni metalli possono creare danni in vari organi e apparati, portare danni al Dna e quindi alterare la doppia elica e avere un azione epigenetica».

Particolato atmosferico: le carenze nell’analisi Enac

Il parare del medico sul Masterplan 2030 per l’aeroporto di Fiumicino, insomma, non è ottimistico.

«Ho il grande sospetto – spiega – che è proprio la documentazione presentata da Enac ad essere sempre carente per quanto riguarda l’impatto delle opere sulla salute».

Confrontando le analisi del Masterplan con la lista realizzata dallo Iarc sugli inquinanti, Petrosino conclude che alcuni degli interferenti endocrini inseriti dall’ente “non sono stati presi in esame”

 
Due esempi. “Nulla si legge riguardo la presenta dei metalli pesanti e la loro azione”, scrive. E allo stesso tempo “non sono stati presi in considerazione il PM10 e il PM 2,5”.
In definitiva, l’esperto sostiene che per un’opera di tale portata sarebbe il caso, da parte delle istituzioni, di dare “un segno tangibile di responsabilità, serietà e oculatezza”. Perché tale ampliamento, in questo determinato contesto, “è da ritenersi a rischio di “disastro ambientale” e pertanto da osservare e indirizzare in modo molto attento”.

«In ultima analisi, non si dovrebbe parlare di incrementare o costruire qualsiasi criticità senza avere un quadro aggiornato e particolare della salute della popolazione ivi residente e del carico di inquinanti ricevuto in quella zona».

Ampliamento aeroporto Fiumicino: inquinamento acustico e rumore?

Ultimo, ma non per importanza, il fattore rumore. Petrosino esclude volutamente dalla propria analisi il problema dell’inquinamento acustico. Ma non per questo è ritenuto “meno importante”. Anche perché, oltre al fastidio, i decibel in eccesso e prolungati possono avere importanti conseguenze sulla salute.

           Lo spiegano efficacemente Carla Ancona e Francesco Forastiere del Dipartimento di epidemiologia del Ssr del Lazio sulla rivista “Epidemiologia & Prevensione”:

«Il rumore ambientale, in particolare quello di origine aeroportuale, è un fattore di rischio relativamente ancora poco studiato che può avere importanti ripercussioni sulla salute delle persone esposte. […] Studi osservazionali e sperimentali hanno dimostrato che l’esposizione al rumore aumenta l’incidenza di ipertensione e malattie cardiovascolari e compromette le prestazioni cognitive dei bambini. Uno studio ha evidenziato tra i residenti nelle zone limitrofe di Heathrow (Londra) un maggior numero di ricoveri per ictus e cardiopatie, mentre un altro studio, pubblicato sullo stesso numero del BMJ, ha riscontrato un eccesso di rischio di ricovero per patologie cardiovascolari tra i residenti nei pressi di 89 aeroporti del Nord America».

Il progresso o presunto tale, sostiene Il dott. Petrosino, non può e non deve avere un prezzo. Se il prezzo fosse anche un solo bambino malformato, o una leucemia o un cancro o un infarto del miocardio o l’infertilità, bisogna sempre e comunque applicare il sano principio di precauzione.

Se non iniziamo ad invertire la rotta, se non pensiamo tutti a fare qualche passo indietro è ovvio che il nostro pianeta non riuscirà più ad essere per noi un ambiente sano in cui vivere. Tra l’altro noi siamo di passaggio, è come una multiproprietà che lasceremo in eredità alle prossime generazioni e abbiamo il dovere di lasciarla pulita per i futuri abitanti.

Ringraziamo la preziosa collaborazione del Dott. Vincenzo Petrosino per la stesura di questo articolo

18/11/2017

Per quale ragione dovrei convincere gli altri che l’inquinamento fa male?

Mi chiedo per quale ragione dovrei da uomo di scienza convincere la gente, i politici e pseudo tali che l’inquinamento fa male? Io non convinco ne devo convincere… non è questa la mia funzione , non sono un prete non devo convertire nessuno.

Lo dico, lo scrivo lo pubblico il resto mi interessa poco, autoconvincetevi se volete , studiate , leggete. Ponetevi criticamente la domanda : ma qualcosa forse sarà giusta ?

Perchè mi trovo a dover rispondere spesso su una azienda , una criticità Nazionale o un aeroporto , un inceneritore, uno smaltimento doloso o colposo ?

Perchè devo assistere a lotte tra popolazioni, gruppi… comitati ,carta bollata, cieca indifferenza , posizioni incomprensibili.

Guardate che Trieste, Sarroch, Napoli, Taranto, Augusta, Porto Malghera , Brescia, la Basilicata ,Vado Ligure , gli aeroporti di Roma e Napoli ecc ecc ecc esistono non sono un sogno di pochi stolti.
La gente che si lamenta non è tutta scema… esistono certamente delle situazioni che ” non migliorano lo stile di vita ” tanto decantato e tanto incriminato.

E’ finita l’epoca dell’agricoltore che si lamenta della mucca che fa poco latte sotto il traliccio dell’alta tensione, qui molta gente soffre davvero , ascoltiamola in silenzio, cerchiamo di capire , mi sembra che in Italia abbiamo creato ” le riserve Indiane “.

Molti mi scrivono o vengono da me per chiedere cosa fare in caso di malattia , spesso sono cancri in non fumatori e bevitori , gente che vuole la soluzione alle metastasi o a malattie tiroidee , gente attonita incredula….ma come io mi sento bene ? Perchè abbiamo quella figlia malformata o con malattia.

Per chi ama progresso sotto forma di criticità e aeroporti ad esempio sarebbe opportuno rispondere : Comprati un biglietto low cost per il camposanto ? Cattivo ?

No solo giusta cinica risposta .

Il progresso tanto sbandierato è questo …solo andata e si risparmia !

Siamo molto abituati a girare la testa … frequentate qualche ospedale pediatrico….prima di parlare e meditate.

Non raccontatemi : allora andiamo tutti a zappare la terra…se fosse la soluzione non ci troverei neppure nulla di male, anche perchè a molti li vedrei capaci con una zappa.

Convinciamoci che è venuto il momento di sederci, meditare e fare un passo indietro, inutile aggiungere criticità a criticità. Miglioriamo e riduciamo quelle che abbiamo gia sarebbe una bella cosa. Chiudiamo quelle che proprio non vanno e troviamo alternative. Usiamo un poco il sano principio della precauzione che potrebbe darci un poco di sollievo e darebbe anche una ” lavata ” a qualche gruppo politico.

Fortunatamente non tutti fanno il biglietto…ancora e non tutti credono che questo sia progresso. Io non sono ambientalista, descrivo ciò che conosco e anche ciò che ho trovato. Il resto? chiacchiere da Bar….Spesso per parlare non basta una ” delega alla Sanità ” o essere presidente di una commissione salute…che sia molto ma molto ma molto chiaro.

Dott. Vincenzo Petrosino

03/09/2016

Pcb e metalli pesanti nei tumori del distretto testa collo. Studio sperimentale.

I metalli pesanti e i policlorobifenili (PCB) sono presenti in molte realtà ambientali e spesso in zone particolari dove esiste uno smaltimento doloso o colposo.


Queste sostanze, caratterizzate da tossicità e cancerogenicità, si bioaccumulano: la correlazione tra l’entità di esposizione a tali elementi e l’insorgenza di patologie neoplastiche, tiroidee e malformazioni è tuttora oggetto di studio.

Alcuni studi presenti in letteratura hanno evidenziato i meccanismi di tossicità molecolare che inducono tali elementi, quali:

  • arsenico
  • cadmio
  • cromo
  • nickel
  • PCB

Il 25/05/2016 i colleghi otorino della SUN Napoli, iscritti alla Sio, hanno illustrato i primi risultati ottenuti, ottenendo ottimi consensi.

 

    LO STUDIO SVOLTO SU PCB E METALLI PESANTI

Lo studio ha avuto quale ideatore e direttore il Dott. Vincenzo Petrosino Medico Chirurgo di Salerno Specialista in Chirurgia Oncologica, Il prof Domenico Testa, Il prof. Gaetano Motta direttore della clinica Orl, i dottori Coletta Marina e Armando Guariglia Orl del dipartimento Orl Sun Napoli.

Numerosi studi hanno suggerito la possibilità di un nesso causale tra insorgenza di patologie tumorali e l’esposizione a sostanze cancerogene ambientali, in particolare la correlazione tra presenza ambientale di metalli pesanti e PCB, come determinanti il meccanismo oncogenico.

Questo studio, che è parte di una ricerca pluridistrettuale che prende in considerazioni diverse patologie, ha preso in considerazione solo in questo lavoro i casi di pertinenza otorinolaringoiatrica, affetti da patologia tumorale della testa e del collo, ed è stato svolto su pazienti residenti in zone con criticità ambientali riconosciute.

Sono stati dosati 14 metalli pesanti nel sangiue e nel capello e 12 policlorobifenili nel sangue.

Sono state evidenziate le differenze tra le matrici utilizzate.

Tutti i pazienti con neoplasie del distretto testa-collo arruolati nello studio avevano livelli di metalli pesanti e livelli ematici di PCB almeno il doppio del livello di riferimento massimo.
I livelli di metalli pesanti nei capelli erano almeno il doppio del riferimento massimo.

Al contrario, tutti i volontari sani arruolati non hanno mostrato livelli significativi alti sia per i metalli o PCB. 

In contemporanea un gruppo di ricerca Europeo ha raggiunto risultati simili. Sono stati indicate le varie concentrazioni dei metalli e pcb rilevati e messi in correlazione con i territori di appartenenza degli ammalati.

L'abstract dello studio è disponibile sul sito Sio 2016: 

https://www.eiseverywhere.com/ehome/156308/home/

28/02/2017

Ambientalismo a senso unico ?

Spesso si parla del rapporto tra patologie ed ambiente , ma non esiste un senso unico  e dobbiamo avere una visione ampia del problema.                                                                               

18/11/2017