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Terra dei Fuochi: cosa c’è nel sangue delle persone?

Da Ambiente Bio 6/07/2016   I risultati della ricerca condotta dal medico Vincenzo Petrosino sui malati di tumore residenti nella Terra dei fuochi. Ecco cosa c’è nel loro sangue.

Terra dei fuochi: metalli pesanti nel sangue delle persone malate di tumore.

Nei giorni scorsi, durante il Congresso internazionale della SIO, sono stati esposti i risultati  di uno studio, condotto dal medico Vincenzo Petrosino, che ha indagato il livello e la tipologia di contaminanti presenti nel sangue dei cittadini della Terra del Fuochi.

Per lo studio, sono stati arruolati volontari che abitavano nelle zone ad alta criticità ambientale. Ogni persona sottoposta alla ricerca doveva presentare il suo caso specifico, allegare la documentazione clinica e sottoporsi a delle analisi specifiche.

La necessità di un’indagine del genere, afferma Petrosino, è emersa perché, fino ad oggi, sono state condotte ricerche su tutto: suolo, prodotti della terra, animali. Poco è stato fatto sui campioni biologici umani.

È vero, afferma il medico, una ricerca di qualche anno fa ha rilevato la presenza di diossine nel latte delle mamme residenti in prossimità di inceneritori.  Poco o niente, però, è stato fatto per capire cosa veramente potesse esserci nel sangue.

Nel corso dell’indagine, è stata data precedenza ai malati di tumori. Alle analisi hanno però preso parte anche alcuni bambini malati di leucemia e linfomi, autismo, persone con malformazioni alla nascita. Particolare attenzione è stata data anche alle malattie della tiroide, visto che questa piccola parte del nostro corpo può essere definita una spia ambientale.

Grazie alla collaborazione della Facoltà di Farmacia dell’Università di Napoli, si è andati alla ricerca di 14 tipi di metalli pesanti e dei 12 policlorobifenili più cancerogeni. I Policlorobifenili (PCB) sono contaminanti ambientali di origine industriale prodotti in grandi quantità dal 1930 per vari usi commerciali. Sostanze che oggi non possono essere adoperate, ma che nel passato sono state smaltite in maniera dolosa e colposa.




I primi sono stati cercati su due matrici: sul sangue capillare estratto dalla punta del dito e sul capello, prelevato nella zona nucale.

Il capello fornisce un importante strumento storico, che può mostrare un accumulo nel tempo di sostanze pericolose; il sangue, invece, è una fotografia istantanea di qualcosa che è in circolo nell’organismo in quel preciso istante.

I risultati hanno mostrato che tutte le persone che presentavano tumori del distretto testa­collo (laringe, faringe…), specialmente nelle prime vie aeree, erano positive per un certo numero metalli pesanti e policlorobifenili, con una frequenza superiore al caso e una quantità di sostanze notevole.

La maggior parte delle persone che presentavano questa situazione erano proprio le persone che abitavano nel triangolo della Terra dei Fuochi.

Quella presentata non è altro che la prima parte annunciata di uno studio molto più ampio. Un lavoro che, però, deve essere inteso a carattere molto più generale.

Durante il periodo di osservazione, oltre ai volontari provenienti dalle zone della Terra dei Fuochi, si sono aggiunte persone provenienti dalla Basilicata, che presentavano una situazione più o meno simile. Con variazioni del tipo di metallo o nell’insieme di combinazione degli stessi insieme ai Pcb

03/08/2016

Problemi aeroporti : parla L'oncologo Dott. Vincenzo Petrosino di Salerno

Vi invito a meditare su cosa significa avere un vero aeroporto a regime che ha una sua grave influenza sull’ambiente e salute .Non bastano simulazioni e dati al computer per giustificare cosa accadrà. Molti non conoscono le cose ne hanno idee precise perchè il problema è abbastanza complesso. In un’ area agricola dove esiste una qualità di aria e di vita e soprattutto di aspettativa di vita elevata ,( Pontecagnano ha una aspettativa di vita superiore ad altri paesi )  una simile opera introduce una riduzione reale della qualità, della ‘aspettativa di vita e comunque crea con certezza aumento di patologie anche serie. Tenete bene presente che ” riconosciutamente ” un aeroporto porta danni alla salute. Non sono chiacchiere da bar, infatti vengono posizionati in aree perfette come qualità di aria, proprio perchè non potrebbero essere costruiti dove esistono già livelli di sostanze che sfiorano i limiti di legge, quindi di inquinamento.

Non avrebbero i permessi previsti. Il criterio di studio dell’impatto ambientale, parte da una posizione fissa: zona non inquinata ….;) sulla quale portare inquinamento . Dopo avere visto che la qualità dell’aria è ottima o buona, si fanno simulazioni e quindi previsioni di inquinamento da parte degli aeromobili e di altre cose in base al traffico previsto e al tipo di aeromobili, motori e carrichi. Ne risulatano in base ai dati inseriti al computer ed in base all’aria pulita di partenza “ livelli previsti di inquinamento nei limiti di legge “. Furbi vero? Inoltre molti non conoscono cosa accade ai terreni circostanti, alle prescrizioni di legge e neppure alla qualità delle colture in esse prodotte. 

Non parliamo in questa sede dei danni da esproprio e di altre cose, tralasciamo il problema acustico che pure è importante o quello elettromagnetico sul quale è possibile comunque mettere un punto interrogativo. Ma cosa importante si peggiora ciò che abbiamo ” l’ambiente ” per riportarlo a condizioni di città inquinata o quasi. In realtà l’area di Pontecagnano, Montecorvino, Bellizzi e Pugliano sono meno inquinate di altre realtà e quindi ottime per studio di impatto ambientale per inserire un aeroporto. Ma attenzione sono anche il cuore che pulsa di una realtà agricola che ha una grossa importanza Nazionale. I prodotti di questa zona saranno davvero poi di concorrenza? Creeremo per caso una nuova “terra dei fuochi “? Non vorrei essere profeta come purtroppo è accaduto spesso. Inoltre attenzione perchè bisogna tenere conto del carico di infrastrutture. Se pensiamo ad un termovalorizzatore, una fonderia o un cementificio e discariche nella zona anche nel futuro, salta il concetto ;) Se i simulatori in base ai dati inseriti ci dicono che le previsioni di inquinamento sono sotto i limiti di legge, attenzione, non significa che l’inquinamento è innocuo. Bisogna tenere conto del bioaccumulo a livello dei residenti.

Molte delle sostanze inquinanti si “ bioaccumulano” nell’organismo di chi  vive in zona. Inoltre e attenzione, molte delle sostanze di cui parliamo agiscono da “interferenti endocrini “al momento non conosciamo molto bene la loro azione e anzi la moderna oncologia parla di alterazioni epigenetiche. Siamo ben oltre quindi il classico pensiero delle sostanze di micron che agiscono sul sistema respiratorio. Qui parliamo di sostanze che agirebbero sul nostro organismo in concentrazioni di milionesimo di grammo. Parliamo molto spesso di ambiente e salvaguardia dell’ambiente. Tutti interagiamo con l’ambiente esterno e molte delle patologie alle quali andiamo incontro derivano proprio da questa interazione uomo-ambiente. Noi cambiando l’ambiente stiamo probabilmente cambiando le generazioni future. Sappiamo tutti che una delle soluzioni è la ” prevenzione Primaria “, quest’ultima precede ed è più importante della ” diagnosi precoce “. Invece di spegnere un piccolo fuoco (diagnosi precoce) dobbiamo cercare di non farlo accendere (Prevenzione Primaria ).Quando si parla di ambiente e dell’interazione con gli uomini-animali e piante diventa davvero difficile comportarsi. Abbiamo fiumi inquinati da sostanze tossiche, cancerogene e mutagene, abbiamo città e paesi con discariche, rifiuti, fabbriche e inceneritori. Abbiamo cicli di produzione e di vita che coesistono per ”forza maggiore ” con cicli abnormi di agenti chimici e altro. Abbiamo smaltito sostanze sia in modo doloso che colposo un poco dappertutto.

La gente è costretta a vivere sulle sponde di fiumi inquinati, costretta ad alimentarsi con cibi contaminati da queste acque, respirare in luoghi con alta percentuale di sostanze tossiche e polveri. Ho sempre sostenuto che ogni qualvolta si decide di ”costruire qualche struttura o infrastruttura ” con potenzialità inquinanti, questa deve almeno tenere conto del contesto nel quale sorge . Spesso si caricano alcune zone di troppe cose che creano un effetto” sommatoria “devastante. Alla luce dei moderni studi e del rischio che l’ambiente inquinato provoca centinaia di migliaia di morti e malati, non possiamo stare immobili. Non ambientalismo e neppure allarmismo solo ed esclusivamente “scienza“ . La prevenzione Primaria è determinante. Sia il trasporto veicolare su gomma che il trasporto aereo sono due forme di mobilità molto dannose per la nostra salute e vanno governate, controllate e pianificate. Nulla dovrebbe essere lasciato al caso. Tutti conoscono la realtà del Comune di Pontecagnano e del suo “atteso sviluppo “dell’ aeroporto. Non ho mai letto in questi anni, e spero che mi sia sfuggito, qualcosa che si occupasse di cosa provoca nell’ambiente un aeroporto. Basta guardarsi intorno per capire in quante città Italiane non desiderano Aeroporti oppure chiedono il loro ridimensionamento. Non ho mai sentito parlare degli abitanti di Pontecagnano che vivono intorno all’aeroporto e sono migliaia. Ho ascoltato solo le parole “progressso –sviluppo-lavoro ”.

L’inquinamento sia acustico che chimico è notevole. Io sostengo che è inutile dare percentuali. Ogni volta che si introduce una grossa infrastruttura nell’ambiente questa ha comunque un peso. Allora dobbiamo dire che il  “progresso “ ha un prezzo e questo non va bene se il prezzo fosse anche un solo ammalato di cancro oppure un bambino malformato. Mi dispiace ma non mi trovate d’accordo quale uomo di scienza. Preferisco fare a meno dell’ aereo oppure fare qualche chilometro in più e andare dove gia esiste . Anzi ridimensioniamo quelli esistenti. Gli aeri sono macchine a motore, il caburante degli aerei produce prodotti nocivi e polveri tossiche che contribuiscono non poco all’emissione di co2 e quindi all’effetto serra responsabile di tanti danni alla nostra terra. In alcuni paesi si sta cercando di ridurre al minimo questo problema.

 L’aumento di metalli, polveri sottili e prodotti di combustione ricadono sull’ambiente che circonda l’aeroporto e gli effetti possono essere devastanti specialmente a lungo termine. Magari faremo una grande battaglia per ”l’inceneritore” o per le fonderie perdendo di vista l’aeroporto che è molto ma molto più grave. Qualcuno mi venisse a dire:  “Un aeroporto non  crea problemi alla popolazione che vive in un vasto raggio intorno ad esso “, anzi me lo documentasse .Questo è solo un primo  sasso…nello stagno ! Meditate….

Bisenzio sette  (Fi )  http://www.inbisenziosette.it/notizie/cronaca/campi-bisenzio-l-aeroporto-arreca-danni-alla-salute-il-medico-parla-dell-ampliamento-della-pista-a-pontecagnano-un-paese-di-25-949-abitanti-della-provincia-di-salerno-br-queste-infrastrutture-vengono-posizionate-in-aree-perfette-come-qualita-dell-aria-non-in-zone-inquinate-br-4499932.html

03/08/2016

Metalli pesanti nei malati di tumore. Ricerca sperimentale del dott. Petrosino

Il dottor Vincenzo Petrosino è un medico ricercatore specialista in chirurgia oncologica di origine salernitana che lo scorso 27 maggio ha presentato uno studio inedito e sperimentale in occasione del 103° Congresso SIO tenutosi a Roma in collaborazione con i colleghi della Università di Napoli.

In questa occasione è stata presentata la prima parte del lavoro focalizzata sulla presenza  e dosaggio dei metalli pesanti e policlorobifenili nel sangue e nei capelli di pazienti ammalati di alcune particolari patologie (tumori testa collo) e residenti da diversi anni nelle aree con riconosciuta criticità ambientali, aree cosiddette a rischio della Campania e Basilicata. “Abbiamo sottoposto 80 volontari provenienti dalla terra dei fuochi, da Napoli ,Caserta, Cava dei Tirreni, Salerno e Basilicata con patologie oncologiche in diversi distretti, o tiroiditi o malattie neurodegenerative e malformazioni alla nascita e anche alcuni ammalati di Mcs ( sensibilità chimica multipla ben documentata e autistici ) all’esame del sangue capillare per il dosaggio di 14 metalli pesanti e 12 policlorobifenili più cancerogeni”.

Dallo studio del dottor Vincenzo Petrosino, eseguito con rigido protocollo, tecnologie altamente  all’avanguardia e che verrà pubblicato entro qualche settimana, risulta un dato inconfutabile: le persone colpite da alcune patologie neoplastiche presentano livelli altamente superiori di metalli nel sangue. Nella prima parte del lavoro sono già ben localizzate le zone di appartenenza e la quantità e tipo di sostanza presente. Come scrivono gli autori è stata l’occasione per presentare il filone di ricerca e la prefazione al secondo che è già stato realizzato e sarà disponibile si spera a breve.

I metalli pesanti sono stati dosati su due matrici: sul sangue capillare estratto dalla punta del dito e sul capello, prelevato nella zona nucale. Il primo è una fotografia istantanea di qualcosa che è in circolo nell’organismo. Il capello, invece, sembra essere un qualcosa che ci dovrebbe mostrare un accumulo nel tempo. Lo studio tra l’altro ha come secondo scopo anche quello di capire l’opportunità o meno di utilizzare la matrice capello e le differenze tra le due.

i metalli pesanti e i policlorobifenili sono presenti nei luoghi inquinati, nelle acque, nell’atmosfera, nel suolo, negli animali e pesci. Le considerazioni che ne derivano sono numerose e anche di difficile comprensione per tutti, aprendo un interessante e complesso scenario scientifico.  Molte di queste sostanze si bioaccumulano nel nostro organismo (ne prendiamo piccolissime dosi al giorno e ne accumuliamo nell’organismo in dosi maggiori spesso di quelle esistenti all’esterno) e recitano un ruolo nell’oncogenesi  e nella alterazione del nostro codice genetico, in parte già conosciuto per stress ossidativi e altro.

MALATTIE TUMORALI, CASI IN AUMENTO? – I casi di malattie neoplastiche sembrano in ascesa negli ultimi decenni,  in parte sembra vero ,ma quando si tratta di scienza bisogna ragionare con piglio scientifico ed evitare riflessioni affrettate e sommarie. “Può anche essere che abbiamo imparato a diagnosticarli di più… Si vive di più e quindi aumentando l’età media aumentano anche le probabilità di contrarre tumori – spiega il dottor Vincenzo Petrosino -.

Oggigiorno troviamo e curiamo tumori all’utero, al retto e allo stomaco di pochissimi millimetri, anzi carcinomi in situ, ossia che non sono ancora invasivi, prima non li vedevamo neppure, forse molti di essi regredivano da soli, oppure si moriva di cuore pur avendo un cancro e non si sapeva”. Grazie alle nuove tecnologie si possono diagnosticare tumori anche fino a dieci anni prima dall’insorgenza: “Sai quanti sono morti di polmonite senza antibiotici e magari avevano anche un tumore al polmone, ad esempio un microcitoma? Solo 20 anni fa eravamo abituati a vedere ad esempio donne che a 50 anni arrivavano dal medico con tumori al seno di 10 cm e metastasi, o addirittura che uscivano al di fuori della cute, morivano anche nel giro di 5-6 mesi. Oggi parliamo di tumori di un millimetro diagnosticati a 30 anni e di cure sempre più efficaci. In realtà diagnostichiamo con le moderne tecnologie ciò che vedevamo 30 anni fa di 10 cm, qualche volta non influenziamo troppo l’evoluzione della malattia, che specie nella mammella dicevamo è una malattia di “organismo non di organo“.

LE DIFFICOLTA’ NEL TROVARE UNA CURA E IL VACCINO ANTITUMORALE – La scienza sembra essere in ritardo contro questa malattia del secolo, ma molto dipende dalla natura subdola del cancro. “Tenete sempre ben presente che due cellule del tumore in un organo… paradossalmente una può restare nell’organo e dare la massa tumorale, l’altra partire in circolo e dare metastasi.  Diciamo che questo è caso estremo, ma dobbiamo capire cosa abbiamo di fronte. Il cancro non è una patologia semplice in quanto non conosciamo davvero a fondo tutti i meccanismi della cancerogenesi – sottolinea lo specialista in chirurgia oncologica -. Con molta probabilità un insieme di fattori intervengono nella promozione della malattia, un po’ come dare una spinta ad una persona che sta sul ciglio di un burrone. Una volta innescatosi il processo non sappiamo se questo va “a buon fine“ o in certi casi regredisce. Credo che molti medici abbiano avuto occasione di osservare “guarigioni miracolose“, il nostro sistema immunitario è mirabile anche se nel caso del cancro accadono alcune cose che ne impediscono le piene funzioni. Conosciamo che esistono casi di tumore alla pelle negli spazzacamini, nei marinai e persone esposte ai raggi ultravioletti, oggi conosciamo l’azione di alcuni virus e abbiamo anche messo su alcuni vaccini.

Non credo però che il futuro sia un “vaccino universale inteso come quello anti vaiolo o antipolio, la malattia è multifattoriale e probabilmente la soluzione dovrebbe essere non verso un agente ma verso “una situazione che si verifica“. Allora diciamola da  “scienziato“, spesso il pensiero precede la ricerca pratica, dobbiamo agire non sull’hard disk o sul lettore cd ma sulla scheda madre e scendere sul microprocessore, molto probabilmente aggiustare anche il “software“. Forse oggi stiamo solo lavorando sugli accessori, sul contorno della malattia.

Devo dire però che le attuali ricerche sono già abbastanza  avanti, ma questo tenete presente che è dovuto anche al fatto che solo da pochi anni abbiamo alcune tecnologie, solo da alcuni anni siamo capaci di analizzare il dna e aggiungo “velocemente“.  Ovvio che qualsiasi informazione posso dare su alcune cose è sempre ridotta e superficiale in quanto la materia è complessa e le stesse ricerche e novità spesso vanno rincorse, vagliate e incamerate dal medico”.

L’INFLUENZA DELL’AMBIENTE  – Ad oggi è impossibile stabilire un nesso tra criticità ambientale e neoplasie. Pur nutrendo sospetti su industrie, fiumi inquinati ed elettromagnetismo il cancro non porta un marchio di provenienza certo. “L’ambiente in realtà è il luogo il mezzo nel quale immersi  viviamo, non è difficile immaginare che un ambiente possa condizionare la nostra vita in tutto anche ovviamente nella qualità della vita e salute. Ricordo spesso una mia espressione forse forte : il sole che ci dà la vita può darci anche la morte con i suoi effetti. Questo forse dobbiamo sempre tenerlo presente”.

METALLI PESANTI NEL  SANGUE DEI MALATI – La ricerca in corso di pubblicazione del dottor Vincenzo Petrosino ha attestato un dato certo che potrebbe essere il trampolino di lancio di ricerche future: nel sangue dei malati tumorali presi in esame sono presenti livelli di metalli pesanti molto al di sopra della media. Cosa può significare? “In questo momento per me rappresenta il passaggio da un momento epidemiologico general , il passaggio dallo studio dell’ambiente a ciò che l’ambiente invece cede all’organismo. Molto al di là del monitoraggio nell’ambiente esterno delle sostanze. Qui già parliamo di umani. Questa probabilmente è la strada.

Per quanto riguarda il famoso nesso di causalità, devo dire che ci sto lavorando e ho forse una buona idea, ma spesso le idee vengono anche rubate, pertanto per ragioni di ricerca forse è meglio non parlarne, ma esiste qualche buona possibilità che sto valutando.

Al momento possiamo avere preziosi indizi e già è molto. Aggiungo non ambientalismo e basta ed estremo, assolutamente bisogna mediare e trovare sagge soluzioni. La strada scientificamente accettata è molto più complessa ma forse è l’unica alternativa per inserire almeno tanti e tali dubbi da permettere l’applicazione molto più severa del sano “principio della precauzione”.

Luigi Ciamburro

03/08/2016

Aeroporto di Salerno: progresso e sviluppo o allerta sanitaria? Intervista

Nelle ultime settimane regna entusiasmo quando si parla dell’aeroporto di Pontecagnano – “Salerno-Costa d’Amalfi”, relativamente al progetto di potenziamento della struttura che dovrebbe avvenire entro il 2018, se non prima. Un progetto che prevede l’allungamento della pista dagli attuali 1.500 metri a 2.000, in modo da permettere l’atterraggio di aerei di linea internazionali. Ma non solo. Con i 40 milioni di euro che dovrebbero arrivare dal governo con il decreto “Sblocca Italia”, saranno realizzati un nuovo terminal, l’ampliamento di quello commerciale già esistente, nuovi parcheggi, un deposito carburanti e altre strutture. Soldi, occupazione, turismo, progresso, ma l’altra faccia della medaglia si chiama inquinamento, malattie, tumori. Ai posteri l’ardua sentenza.

INQUINAMENTO ACUSTICO – Alcuni studi sperimentali dimostrano che l’esposizione al rumore aumenta l’incidenza di ipertensione e malattie cardiovascolari e compromette le prestazioni cognitive dei bambini residenti nei pressi degli aeroporti internazionali, come riportato su ‘La Rivista dell’Associazione italiana di epidemiologia’. Non solo fastidio psicologico, disturbi del sonno o stress. Tra il 2003 e il 2006 l’Ue ha finanziato lo studio HYENA (Hypertension and Exposure to Noise near Airports) che ha messo in luce una correlazione certa tra ipertensione ed esposizione al rumore aeroportuale. Pochi anni fa è stata pubblicata la relazione finale del progetto SERA (Studio sugli Effetti del Rumore Aeroportuale) che ha valutato gli effetti del rumore e dell’inquinamento atmosferico tra i residenti nei pressi di diversi aeroporti italiani. «L’esposizione acuta a rumore altera le funzioni del sistema nervoso autonomo e del sistema ormonale, determinando effetti transitori con aumento della frequenza cardiaca e vasocostrizione e conseguente aumento della pressione arteriosa, modifiche della viscosità del sangue, dei lipidi ematici, e alterazioni degli elettroliti – si legge testualmente -. Come conseguenza di una prolungata esposizione a rumore, gli individui più suscettibili della popolazione possono sviluppare un danno permanente, come l’ipertensione e malattie ischemiche, fino all’infarto del miocardio».

INQUINAMENTO DELL’ARIA – Le emissioni di ossidi di nitrogeno (NOx) e di particolato (PM) sono considerate le principali forme di inquinanti provenienti dagli aerei a danno della qualità dell’aria. Ma le emissioni degli aerei non sono la sola causa dei problemi alla qualità dell’aria delle aree circostanti gli aeroporti, in quanto bisogna addizionare il traffico stradale intorno agli aeroporti e le emissioni provenienti dai servizi terrestri e dalle unità ausiliari di energia. Una parte di queste emissioni sono trasportate per lunghe distanze e si trasformano in inquinamento secondario nell’atmosfera. Tra i disturbi attribuiti al PM10 e PM2,5 vi sono patologie acute e croniche a carico dell’apparato respiratorio (asma, bronchiti, enfisema, allergia, tumori) e cardio-circolatorio. Non solo a carico dei cittadini che abitano in un raggio di 5 km dall’aeroporto, ma anche a danno degli operatori aeroportuali.

METALLI PESANTI E ALTRE PATOLOGIE – Ogni aeroporto introduce una variazione di quella che è la qualità dell’aria in un  vasto raggio. Ma come viene scelta l’area in cui inserire una simile infrastruttura ad alto impatto ambientale? Il dottor Vincenzo Petrosino, Medico Chirurgo e specialista in Chirurgia Oncologica, fa chiarezza in merito.
«Ogni valutazione e studio per inserire un aeroporto o ampliamento tiene conto di questo inquinamento e calcola con particolari software di quanto l’aria presumibilmente viene “sporcata“. Di solito si parte da dati dell’aria della zona presi da centraline e si va a calcolare grazie al tipo di aereo, di carico di altre strutture, carburante, di quanto l’aria viene variata e si deve dimostrare che si resterebbe comunque  al di sotto dei limiti di legge».

Quindi un eventuale ampliamento potrebbe ritenersi sicuro dal punto di vista sanitario e ambientale in caso di approvazione della Valutazione di impatto ambientale?
«Bisogna dire che restare al di sotto di un limite non significa che stiamo in una zona salubre e che ci farà bene. ovviamente  diversa è la situazione di chi va in aeroporto e parte o arriva, rispetto ai residenti lungo un cerchio di diversi chilometri. Ovvio che il residente avrà più danni e bio-accumulerà  alcuni inquinanti persistenti. La moderna medicina e oncologia dà molta importanza a questi inquinanti persistenti , ad esempio i metalli pesanti  e altri prodotti della combustione . Queste sostanze agiscono anche a concentrazioni di milionesimo di grammo quali “interferenti endocrini”. Hanno inoltre azione su Dna e agiscono purtroppo anche in gravidanza sul prodotto del concepimento. Hanno una qualche azione quindi sulla cancerogenesi, sulle malformazioni e malattie genetiche, hanno una azione epigenetica  e molte di queste sono responsabili della diminuzione della fertilità maschile».

Sarebbe giusto fermare l’ampliamento di un’opera che dovrebbe arrecare sviluppo e progresso del territorio?
«Il progresso non può avere un prezzo, abbiamo già pagato molto al progresso , ricordo che abbiamo sintetizzato centinaia di sostanze chimiche che poi abbiamo bandito. Abbiamo dato ai bambini biberon con ftalati e a volte anche usato qualche farmaco che ha causato disastri. Il progresso oggi nel 2016 non può avere un prezzo, fosse anche un solo bimbo malformato o leucemico o padre con cancro o mamma con tiroidite di Hashimoto. Ovviamente non ambientalismo ma scienza, purtroppo noi queste sostanze le abbiamo trovate negli ammalati e in concentrazioni elevate e non siamo gli unici al mondo, anche se i nostri studi sono abbastanza originali e non chiacchiere da bar o da stregoni improvvisati».

Quale sarebbe la giusta soluzione?
«Certamente bisogna anche essere propositivi e conciliare opposte esigenze. Io ritengo che è giunto il momento di fermarci e fare tutti un passo indietro. Evitare di combinare ulteriori guai , visibili tra le lacrime tra decenni.  Dobbiamo ridurre al minimo le emissioni e applicare sempre il sano principio di precauzione, mettere in sicurezza le strutture esistenti, migliorarle e controllarle con serenità e serietà ed evitare di costruirne altre. Non esiste solo il problema aeroporto di Salerno, ma anche quello di Roma, a Trieste, a Bisenzio, nella piana Fiorentina. Esistono più di una segnalazione di sforamenti, non controlli e anche di patologie nelle aree. Ovvio che scarseggiano gli studi, siamo anche all’inizio della presa di coscienza dei problemi, non mi sembra che esista troppo terreno fertile per incentivare la ricerca su queste cose. Diciamo che si preferisce monitorare, osservare , temporeggiare e fare anche finta di non ascoltare, anche se a mio parere ormai i tempi sono maturi».

Rischiamo di ritrovarci davanti a una nuova emergenza ambientale e sanitaria?
«L’Italia in molti casi sta esplodendo, così accade in alcune sedi di criticità decennali , accade ad Augusta, a Sarroch, a Trieste, in Basilicata, a Taranto, a Napoli. Il problema ambiente esiste e non perché uno è ambientalista, io ad esempio non mi ritengo tale, ma perché esiste e basta . Aggiungiamo a tutto questo caos gli smaltimenti colposi e dolosi   e abbiamo il quadro completo. Tra l’altro smaltiamo spesso ciò che “il progresso” ha sbagliato a realizzare. Disconoscerlo diventa criminale , portarlo poi all’estremo diventa a mio giudizio da stolti».

Luigi Ciamburro

03/08/2016